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Abbina i vini giusti per il Carbonara Day, uno dei modi per esaltare il piatto simbolo della cucina romana!
Spaghetti o rigatoni? Guanciale o pancetta? Pecorino o parmigiano?
Molte sono le domande sulla corretta preparazione della carbonara, quello che è sicuro che questo sia uno dei primi piatti più iconici della cucina romana, su questo non c’è dubbio.
“Scusi un momento, senta un po’, ma lei sa fare gli spaghetti alla carbonara?”, fu Aldo Fabrizi a pronunciare questa frase nel film del 1951 “Cameriera bella presenza cercasi”, pellicola che contribuì a rendere iconico questo piatto, ora a distanza di anni la ricetta tradizionale della carbonara viene celebrata proprio oggi, il 6 aprile, in occasione del Carbonara Day.
Ovviamente questo piatto è presente sulle tavole tutti i 364 giorni dell’anno, quindi è normale interrogarsi sul vino da abbinarci, un dilemma antico quasi quanto la ricetta stessa.
Guanciale, uova, pecorino romano, pepe e pasta, sono questi gli ingredienti da tenere a mente per una ricerca del vino perfetto, l’abbinamento vino-carbonara è un continuo dibattito tra chi preferisce accompagnare corposi vini rossi e chi invece preferisce dare equilibrio con vini frizzanti.
Il mio consiglio per un abbinamento sicuro e di qualità è il Bolgheri Rosso Doc “Il Seggio” di Poggio Al Tesoro, vi farà innamorare al primo sorso, infatti, è il tipico vino dal taglio bordolese, che coniuga la sua modernità ad un aspetto più mediterraneo, con la sua struttura si presta bene all’abbinamento con la carbonara, tannicità leggiadra e freschezza lo rendono in grado di sgrassare il palato.
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Ma cosa sappiamo sulla nascita di questa ricetta?
Non è così facile ricostruire la storia di questo piatto, la prima teoria è che questo piatto sia stato creato da alcuni soldati americani che durante la guerra, passando per le colline abruzzesi, hanno aggiunto del bacon alla pasta cacio e ova (formaggio e uova), questa tesi è sostenuta dal fatto che la famosa Ada Boni nel 1930 pubblicò un ricettario dove non vi è traccia della Carbonara, incastrando quindi la ricetta al secondo dopoguerra.
Una seconda teoria è quella dei carbonari dell’alto Lazio e delle Marche, che durante gli spostamenti si rifocillavano con piatti di Gricia a cui in seguito avrebbero aggiunto l’uovo, rendendo il piatto più sostanzioso, a favore dell’ipotesi c’è il fatto che la Gricia e l’Amatriciana (una Gricia con aggiunta di pomodoro) sono piatti portati a Roma dagli stessi abitanti di quelle zone, entrando poi nel cultura romana.
Capire la storia di un piatto è importante, in questo modo è possibile delineare quali ingredienti siano fondamentali per trovare l’abbinamento perfetto, in questo caso non c’è dubbio che i pilastri portanti siano le uova, il guanciale (o pancetta) e il formaggio.
Alla base di tutto c’è la soggettività del palato, anticipata solo dall’alta qualità che devono rigorosamente avere ingredienti e vino, devi tenere presente che pasta e uovo hanno un sapore dolce, il guanciale di maiale sarà grasso, il pecorino sarà molto sapido ed il pepe è pungente e persistente.
Uno degli incastri più adatti è un vino della zona di Bolgheri dalle caratteristiche avvolgenti e morbide, in grado di entrare in sintonia con gli aromi particolari della carbonara, ecco perchè la mia scelta è il Bolgheri Rosso Doc “Il Seggio” di Poggio Al Tesoro, un vino rosso dai sentori di frutti di bosco, macchia marina, tabacco e sprazzi minerali.
Un vino elegante, setoso e avvolgente con un finale preciso, pulito e vivace, le caratteristiche perfette per accompagnare un piatto come la carbonara!
Bolgheri Rosso Doc Il Seggio 2020 - Poggio Al Tesoro
Un altro abbinamento veramente ottimo potrebbe essere con un vino bianco, infatti per un piatto così ricco di sapori la scelta può ricadere su un vino bianco di buona freschezza, come uno Chardonnay.
Ho scelto lo Chardonnay Sicilia Menfi Doc di Planeta, un vino bianco mitico, nato dalla visione di poter competere con il mondo nella produzione di questo vitigno così nobile, arrivando a rendere questa etichetta una vera icona a livello locale e internazionale.
Essendo ben equilibrato, con una certa acidità e una struttura morbida e cremosa risulterà un compagno perfetto per un piatto di carbonara, andando a pulire il palato dopo ogni boccone, senza rovinare i gusti della ricetta.
Chardonnay Sicilia Menfi Doc 2020 - Planeta
Altra scelta per un abbinamento interessante è una bollicina Metodo Classico, di grande struttura e dai lunghi affinamenti sui lieviti, in grado di ingentilire l’untuosità e la succulenza del piatto.
In questo caso ho deciso di selezionare una vera chicca, sto parlando del Metodo Classico Brut Nature “Luogo D'Agosto” di Alessio Brandolini, un vino dell'Oltrepò Pavese nato dalla voglia del produttore di innovare ciò che già di buono era stato fatto dai suoi predecessori.
Prodotto da uve Pinot Nero si presenta con una buona acidità, sapidità e persistenza, portando nel calice grande qualità e passione, rendendo questo abbinamento con la carbonara veramente unico e intrigante.
Metodo Classico Brut Nature Pinot Nero Luogo D'Agosto - Brandolini
In conclusione la carbonara è un piatto molto amato in lungo e in largo, tanto da attrarre anche chi di solito preferisce una cucina più leggera e innovativa, insomma alla carbonara non si può dire no.
Ti ricordo, come sempre, di seguire il tuo gusto personale per affiancare il vino giusto al piatto che stai preparando, seguendo però quelle semplici regole che ti aiuteranno ad evitare un incontro di wrestling in bocca.
Buon Carbonara Day e buon abbinamento!!
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