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Il 18 novembre 2024, durante "The Wine Revolution" a Sestri Levante, si è tenuto il dibattito “Dio salvi gli intermediari - Il commercio del vino in Italia, lo stato delle cose.” Un momento di riflessione ed incontro importante di livello nazionale sul momento piuttosto complesso per il commercio del vino, con l’intervento del nostro Matteo Circella, ma anche di Roberto Lo Pinto, Andrea Gaggero, Gino Della Porta, Stefano Sarfati. A moderare il dibattito, il giornalista del settore Matteo Gallello.
Matteo Circella, co-fondatore di Vinové Agency, durante il suo intervento ha portato una riflessione sulla necessità di ripensare il marketing nel mondo del vino, delineando una visione che non si limita al mero profitto economico, ma punta alla valorizzazione culturale ed etica del prodotto.
Nel contesto di un mercato sempre più complesso, segnato dall'instabilità economica e dai cambiamenti climatici, Matteo ha sottolineato l'importanza di lavorare insieme per creare una filiera virtuosa che possa rendere il vino non solo un prodotto di consumo, ma anche un veicolo di storie, territori e valori. “La vendita del vino non dovrebbe riguardare solo il prezzo,” ha affermato, “ma anche il riconoscimento del valore culturale e del sacrificio che c'è dietro ogni bottiglia.”
L'intervento ha evidenziato la necessità di un marketing più consapevole e rispettoso delle dinamiche del settore. Non è sufficiente puntare solo alla distribuzione capillare e alla vendita di grandi quantità; occorre anche fare delle scelte strategiche, comprendere chi si è sul mercato e quale storia si vuole raccontare. Per Circella, la serietà aziendale è un valore fondamentale, ribadendo la necessità di una chiara distinzione tra chi produce e chi distribuisce.
Una delle criticità più sentite riguarda la mancanza di dialogo tra produttori e distributori. Questo crea situazioni in cui il vino viene venduto direttamente a prezzi troppo bassi, minando il valore percepito del prodotto e generando conflitti con la distribuzione. Offrire un prodotto a un prezzo equo e raccontare la storia che c'è dietro, creando un legame con il consumatore finale, è la chiave per un commercio del vino più sostenibile.
Durante il dibattito è stato portato all’attenzione dei presenti un dato significativo che mette in luce come il consumo di vino in Italia sia cambiato drasticamente negli ultimi decenni. Dieci anni fa si bevevano circa 54 litri di vino a testa pro capite in Italia. Oggi, guardando le stesse statistiche, i litri sono circa la metà, intorno ai 25. Questo dato è indicativo di una trasformazione importante nel consumo del vino. Negli ultimi 20 anni il consumo di vino si è ridotto di tre quarti, con un calo del 75%. Questo è un dato su cui riflettere, poiché ci mostra come le abitudini dei consumatori stiano cambiando profondamente e ci pone delle domande su quale direzione debba prendere il settore.
Una possibile proposta è quella di lavorare su una strategia di marketing che veda il vino non solo come una merce, ma come una rappresentazione culturale, una storia di territori e tradizioni. Ha richiamato a riflettere su questo punto anche come metodo per non far disinnamorare i nuovi consumatori da questo prodotto, eliminando quindi il luogo comune che il vino sia un bene di lusso.
Matteo Circella ha aggiunto che il futuro del vino passa attraverso la collaborazione e il rispetto reciproco tra tutti gli attori della filiera. “Dobbiamo tutti essere pronti a fare la nostra parte e a riconoscere il valore del lavoro degli altri. Questo è l'unico modo per creare un mercato del vino equilibrato e sostenibile, in cui ogni attore possa prosperare”.
L'intervento di Matteo Circella a "The Wine Revolution" non è stato solo una riflessione sul marketing del vino, ma un invito a rivedere l'approccio all'intero settore, mettendo al centro la cultura del vino e la sua capacità di creare valore, non solo economico, ma anche umano e sociale.